Linee d'ombra
Diario di una Guardia Giurata in Covid-19 (testo originale).
Estratto dalla trasmissione radiofonica: Linee d'ombra di Matteo Caccia

Ciao Matteo,
sono una guardia giurata del nord Toscana. Ti voglio scrivere una piccola storia che in questo momento merita essere raccontata.
La mia storia riguarda le difficoltà che molti anziani stanno vivendo in questo periodo di emergenza Covid- 19.
Il fatto di cui ti voglio parlare è successo la scorsa notte, durante il nostro servizio di controllo sul territorio.
Le nostre pattuglie sono in costante collegamento fra di loro e con la nostra centrale operativa che dispone e dirige la nottata.
Alle ore 03.30 circa, un collega richiama la centrale avvisando di aver incontrato per strada in un posto fuori mano naturalmente isolato, una persona anziana che risultava smarrita, confusa e spaventata.
Il collega chiede l’intervento delle forze dell’ordine per cercare di capire le generalità e la provenienza della persona: chiedere documenti o generalità fuori dalle proprietà private da noi controllate non ci è consentito, pertanto si rendeva indispensabile l’intervento di un pubblico ufficiale.
Nell'attesa che qualche pattuglia della polizia arrivasse, il mio collega rimaneva in costante contatto con la centrale e naturalmente il collega della zona vicina si offerse immediatamente per un supporto, ma l’anziano si dimostrava tranquillo e cooperativo, per quanto credo che non si rendesse assolutamente conto di chi lo stesse aiutando e perché.
Nel frattempo, il collega lo aveva fatto sedere in una panchina e gli era stato vicino, confortandolo, parlandogli con la speranza che tra le parole sconnesse uscisse qualche informazione importante.
Il vecchietto parlava di figli che lo avevano abbandonato, di una casa che non si ricordava più dove fosse e di una signora che lo accudiva. Intanto il tempo passava: la notte sempre più silenziosa e buia delle volte rallenta le lancette dell’orologio.
Tutti noi, in giro nelle nostre zone di competenza, eravamo lì, attenti ed ansiosi di ricevere per radio la comunicazione del collega che avvisava dell’arrivo della Polizia. Il tempo passava ancora, il collega aveva chiesto di nuovo alla centrale operativa di contattare il commissariato per sapere quanto mancasse all'arrivo della pattuglia.
-Appena possibile- fu la loro risposta.
Intanto ascoltavamo per radio quello che il collega ci faceva sentire lasciando per qualche istante il “ponte” aperto, così siamo riusciti a capire poche significative parole:
-Venga qua, si sieda, stia tranquillo, tra poco si risolverà tutto-
Mi sono trovato anch'io, in condizioni normali, in quelle situazioni. Diverse volte ho incontrato persone anziane confuse per strada, ma oggi è diverso, oggi siamo in una situazione eccezionalmente drammatica, dove tutti sono costretti a rimanere in casa, dove spesso all'interno c’è più buio che per strada e quindi potevo assolutamente immaginare quello che stava passando il collega, che poi aveva sicuramente anche la pressione del lavoro da portare avanti, del far fronte al suo impellente incarico notturno.
Sentivo dentro di me l’agitazione e il nervosismo del collega, come se al suo posto ci fossi io. Era in fondo preoccupato per un uomo che poteva essere suo padre, mio padre!
Finalmente, dopo quasi 30 minuti, spezzò la frase del suo nuovo sollecito alla centrale con:
- “Sono arrivati!”-
La storia finisce poco dopo, quando il collega, sempre per radio, comunica che sono riusciti a risalire al nome della persona e a rintracciare la sua badante che sarebbe arrivata sul posto prima possibile. Già, prima possibile, perché il signore si era spostato, senza accorgersene, di circa 7 km che per darti un’idea sarebbero circa 20 minuti a piedi per una persona lucida, ergo non immagino quanto per una persona molto anziana confusa e impaurita in piena notte, una notte strana, una notte dove puoi giusto incontrare noi, guardie giurate, che per deformazione professionale conosciamo palmo dopo palmo le nostre zone al punto che riusciamo ad individuare mezzi o persone fuori posto.
Ho mia madre che ha sofferto del solito problema, anche lei la notte usciva e vagava nel giardino senza avere la minima cognizione del tempo e dei pericoli che stava correndo. Adesso è ricoverata in una RSA, la chiamano demenza senile o Alzheimer, io la chiamo solitudine del nostro tempo, dove la memoria rompe gli argini della razionalità e si affida ai ricordi e ai sogni che non sempre sono confortanti ma traumatici.
Non vedo mia madre da quando è iniziata la restrizione, chiamo periodicamente la struttura per rassicurarmi della sua salute e della salute di tutte le ricoverate, ma la cosa che mi dà più angoscia, da figlio, è sapere di non poter aiutare, di non poter essere presente, di non poter rassicurare mia mamma solo con la mia presenza.
Ho inoltre un padre di 85 anni che sta vivendo recluso in casa, asmatico, con un polmone solo e le ginocchia che non reggono quasi più il suo corpo, e che malgrado si difenda bene, sia lucido e riesca anche a fare spesa da solo, quando lo chiamo quello che mi dice è che ha paura! Quando la tosse persiste più del dovuto, viene preso da ansia e panico e se disgraziatamente non trova le sue pasticche, si sente soffocare.
Questo è un ulteriore problema che le famiglie stanno affrontando, che noi figli stiamo affrontando, che noi genitori stiamo fronteggiando ogni giorno: il problema dell’abbandono, della solitudine, dello sconforto di una soluzione ancora lontana. Si potrebbe inoltre parlare del lato economico, ma questo giustamente è secondario.
E allora capisco lo sfogo del collega che a chiusura del rapporto si è esposto per radio con un piccolo sfogo:
-Se i miei figli si comportassero così, se mi dovessi ridurre così, allora preferirei morire! -
Noi guardie non siamo eroi, non siamo visibili alla luce del sole ma ci siamo, di notte e non. Siamo sul territorio a frugare negli angoli bui con una piccola torcia in mano che serve solo ad illuminare il necessario, quello che gli altri non vedono.
Grazie per l’attenzione
Paolo
